in

Biomonitoraggio dell’inquinamento ambientale: a Trieste nasce l’associazione internazionale del settore

L’Università di Trieste è stata protagonista in questi giorni di un evento scientifico internazionale, nell’ambito del congresso fondativo dell’International Association for Biomonitoring of Environmental Pollution (IABEP), che ha ospitato oltre un centinaio di ricercatori nel campo del biomonitoraggio ambientale, provenienti da ben quattordici Paesi diversi.

Trieste, che è stata scelta come sede per l’IABEP, diventa così punto di riferimento nella diffusione di tecniche innovative, che si basano sull’osservazione degli organismi come vere e proprie sentinelle dei livelli di inquinamento, consentendo così di valutare lo stato di salute di vaste aree.

Come prima presidente dell’associazione è stata nominata la prof. Simonetta Giordano, docente di Botanica ambientale e applicata all’Università di Napoli, mentre nel direttivo siederanno scienziati provenienti da Italia, Serbia, Portogallo e Canada.

A conclusione del congresso si è svolta una tavola rotonda aperta alla libera discussione con il pubblico, su temi inerenti all’inquinamento ambientale e alle implicazioni di quest’ultimo sulla salute, nonché sui necessari processi di de-industrializzazione per rimediare ad esso.

Sarebbe interessante scoprire se, oltre all’alta levatura dell’Università, la scelta sia caduta su Trieste anche a causa del pesante inquinamento perpetuato nei decenni con l’utilizzo massiccio del Carso come discarica – abusiva e non -, cosa che potrebbe risultare sicuramente utile come “laboratorio all’aperto” per la messa in pratica delle tecniche innovative in campo ambientale di cui l’associazione intende occuparsi.