Riceviamo e pubblichiamo dal Coordinamento Salviamo il Burlo e la pineta di Cattinara:
“Paolo Radivo, portavoce del Coordinamento Salviamo il Burlo e la pineta di Cattinara, ha inviato la seguente pec al Direttore Generale dell’IRCCS “Burlo Garofolo” di Trieste dott. Stefano Dorbolò e, per conoscenza, al Segretariato Generale del Ministero della Salute nonché al Segretariato Generale e alla Direzione Generale della Ricerca del Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. In allegato l’originale.
Quattro cipressi maturi e apparentemente sani sono stati abbattuti ieri, lunedì 30 ottobre 2023, nel parco dell’ospedale materno-infantile “Burlo Garofolo” in via dell’Istria a Trieste. Per fare una stradina di collegamento a un parcheggio interno all’area già dell’Opera San Giuseppe?
Illustre Direttore Generale,
ieri, lunedì 30 ottobre 2023, nel comprensorio ospedaliero dell’IRCCS “Burlo Garofolo” in via dell’Istria, più esattamente nel parco già dell’Opera San Giuseppe accanto a una stradina, sono stati tagliati quattro cipressi. Maturi e apparentemente sani, sebbene parzialmente avvolti da edere. E che dunque ci offrivano un prezioso servizio ecosistemico: procuravano ossigeno e altre sostanze benefiche, catturavano anidride carbonica, polveri sottili e gas inquinanti, esercitavano effetti terapeutici sia fisici sia psicologici su umani e animali, rassodavano il terreno con le loro radici, frangevano il vento, riducevano il rumore, mitigavano il microclima, facevano da ombrello in caso di pioggia, drenavano l’acqua piovana, fornivano ombra, offrivano riparo a uccelli e insetti… Quindi producevano gratis salute e benessere. Ovvero ciò che dovrebbe fare, con il denaro dei contribuenti, un ospedale.
Quale imperdonabile colpa avevano i quattro cipressi?
Erano forse tutti pericolanti? Tutti gravemente malati? Tutti classificati in categoria D?
O forse, come ci è stato riferito, intralciavano la stradina che l’IRCCS intenderebbe costruire per collegare quella esistente al piazzale asfaltato già dell’Opera San Giuseppe adibito a parcheggio? O cos’altro?
Davvero non c’erano alternative all’abbattimento? Per esempio allargare la stradina odierna senza toccare i cipressi? O, più semplicemente, istituire un senso unico alternato semaforizzato su tale stradina per regolare il futuro afflusso veicolare?
Invece di sacrificare ulteriori alberi nel parco dell’ospedale materno-infantile, non sarebbe più economico ed ecologico stipulare una convenzione con l’enorme autosilo del dirimpettaio supermercato Eurospar di via dell’Istria, quasi sempre semi-vuoto, onde garantire lì tariffe calmierate ai veicoli sia dei dipendenti sia degli utenti e visitatori del Burlo? Ci risulta che una convenzione consenta già di ospitare alcune vetture dell’IRCCS nell’autosilo. Non potreste ampliarla a beneficio tanto delle persone quanto dell’ambiente?
Insomma: perché questa nuova strage di alberi al Burlo? Perché sacrificarli, dopo tutti quelli che avete già abbattuto nell’ultimo anno e che avete in programma di eliminare giudicandoli a rischio di cedimento?
Come pensate poi di rimediare al taglio dei cipressi? Ripiantando alcuni alberelli nei pressi?
E perché non informate la popolazione a riguardo? Quel parco è un bene pubblico, di cui l’IRCCS è solo il gestore pro tempore. Non il padrone assoluto. Tanto più che intende trasferirsi a Cattinara, dove disporrebbe di un immenso autosilo sotterraneo da 728 posti macchina…
Distinti saluti.
Paolo Radivo”